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Due missioni popolari in Tanzania

Aggiornamento: 13 ago 2023

Alessandria, Egitto, 31 luglio 2023.


Quando si avvicina il tempo delle missioni popolari, tutti iniziano a chiedersi dove si svolgeranno. E dico “tutti” perché si tratta dei sacerdoti, le suore, i religiosi, gli aspiranti, i giovani… che vogliono sapere dove si terranno.

Questo mi ricorda il tempo in cui ero in Seminario, e verso la fine dell'anno ogni volta che entravamo nella sala da pranzo, controllavamo la bacheca per vedere se era stata pubblicata la "lista delle missioni".


L'impegno delle missioni popolari genera sempre entusiasmo, perché si tratta di lavoro missionario, che prevede giorni di tanto sacrificio e generosità, ma allo stesso tempo giorni di gioia immensa, gioia profonda, gioia che il mondo non può dare. Questo è ancora più vero soprattutto quando, al termine di quei giorni di grazia, si vedono le comunità che sono diventate più forti e gioiose, partecipano alla Messa e al Rosario, e in modo speciale ricevono i sacramenti, cioè vivono la vera vita di Gesù Cristo, la vita di grazia.

I giovani del gruppo di apologetica, Voci del Verbo, ad esempio, attendono con ansia di conoscere i nomi di coloro che potranno partecipare alle missioni popolari. Nello scegliere, ci concentriamo sempre sui giovani che si sono impegnati di più durante l'anno, e quest'anno i prescelti sono stati solo dieci, principalmente perché non avevamo posto nei mezzi. E pensare che i giovani che avevano partecipato all'ultimo incontro delle Voci del Verbo erano centoventi! È impressionante vedere come a loro piaccia venire in missione con i religiosi.


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Quest'anno nella nostra Missione in Tanzania sono state realizzate due missioni popolari: una nella città di Namba Moja ( cioè Numero 1), e un'altra a Namba Nane (cioè Numero 8). Nomi curiosi, quelli delle due città, vero? Da quello che ho potuto capire, queste due città hanno ricevuto questi nomi quando una compagnia di tabacchi, tra gli anni '80 o '90, è arrivata in queste zone, e siccome le popolazioni non erano stabili, si è cominciato a dividere il terreno in "lotti" o "settori" ", dando loro un numero. Questo mi ricorda ciò che ho visto nel territorio delle nostre parrocchie a Santiago dell'Estero, in Argentina, dove ci sono luoghi che portano nomi come “Lote 15” (lotto 15), e simili.


Queste due cittadine si trovano sulla strada che da Ushetu porta alla parrocchia di Kangeme. Tra le due parrocchie c'è una distanza di 20 km e queste zone si trovano a metà strada, ma un po' più vicine a Kangeme, e quindi appartengono a quella parrocchia.

I missionari si sono stabiliti a Kangeme e Ushetu; gli uomini si sono stabiliti a Kangeme e le donne a Ushetu. Ogni giorno si riunivano molto presto nel centro missionario, cominciando con il rosario all'alba, e separandosi dopo l'atto missionario e lo spettacolo, quando ogni gruppo tornava al proprio alloggio.


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La missione “Namba Nane” si è svolta nella cappella di cui è patrono San Giuseppe, ed è stata guidata da P. Francisco Rossi, insieme a 24 missionari.

La cappella “Namba Moja” invece ha come patrono Sant'Antonio da Padova, ed è stata predicata da P. Pablo Folz, accompagnato da un gruppo di 24 missionari, uomini e donne.


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La missione di Namba Moja si è svolta a contatto con un ambiente più mondano, se così si può dire, perché la nostra chiesa è vicina a un piccolo centro, dove c'è l'elettricità, e quindi si sente musica ad alto volume tutto il giorno. Per questo, in missione dovevano trasmettere musica religiosa per essere meno disturbati dagli altri e contrastare il frastuono. La missione è stata un po' dura all'inizio: all'inizio, per alcuni giorni (forse tre o quattro) quasi nessun adulto ha assistito all'atto missionario del pomeriggio. Ma il numero piano piano è cresciuto di giorno in giorno, e alla fine della missione i frutti si sono visti, quando tutta la comunità impegnata e con grande gioia. L'ultimo giorno, alcune persone hanno detto ai missionari che "la chiesa era piena, e non l'avevamo mai vista così".

Durante la messa di chiusura della missione popolare sono stati celebrati tre matrimoni. In un caso, lo sposo, insegnante di scuola elementare, non era ancora battezzato. Però si era preparato e ha potuto ricevere i sacramenti al termine della missione: infatti aveva già avuto una formazione religiosa, e conosceva qualcosa della fede, attraverso sua moglie, e perché simpatizzava con la nostra chiesa. Essendo un insegnante di scuola, è una persona con una certa autorità in città, e questo ha reso felici tutti quelli che l'hanno visto ricevere i sacramenti e unirsi alla Chiesa cattolica. Sempre in questa missione, una bambina disabile di circa due o tre anni ha ricevuto il battesimo e la cresima. I suoi genitori erano pagani, ma l'avevano affidata alla nonna, e lei, essendo cattolica praticante, oltre che una donna molto buona, ha portato la nipotina a ricevere i sacramenti.

I religiosi, insieme ai giovani delle Voci del Verbo, davano "pillole" dottrinali" e dibattiti, per i quali si erano preparati molto bene. Alcuni giovani hanno già partecipato a diverse missioni, e stanno entrando nel vero spirito della missione, camminando e lavorando duramente: in alcuni giorni, Alcuni giorni hanno percorso più di dieci chilometri per l'andare e tornare in luoghi diversi.


I missionari mi hanno detto che hanno incontrato casi incredibili.

In un'occasione sono arrivati in una casa, dove tutti erano pagani, e un vicino di casa, che era musulmano, era in visita lì. I missionari hanno parlato col padrone di casa e si sono offerti di benedire la casa, invitando i presenti alla missione. Con una certa riluttanza, l'uomo ha permesso loro di benedire la casa, e quando i missionari stavano salutando per andarsene, il vicino che era lì ha chiesto con insistenza alla suora ed ai missionari di andare anche a casa sua, che era molto vicina. Ha insistito sul fatto che la famiglia sarebbe stata molto felice, poiché aveva due mogli ed entrambe erano cattoliche. La sua famiglia "prega" e va in chiesa; tutti, tranne lui.

Quando i missionari sono arrivati alla casa, hanno trovato molti bambini e l'uomo ha chiesto insistentemente che la casa fosse benedetta, e che fossero benedetti anche i figli. L'uomo sembrava molto contento, così i missionari gli hanno chiesto perché non veniva in chiesa, perché non si convertiva al cattolicesimo... ma lui ha risposto: "Ho due mogli!".

I missionari li hanno esortati comunque a venire, perchè a poco a poco Dio avrebbe mostrato loro come sistemare la loro situazione.

In questa missione sono stati amministrati 22 battesimi di bambini, 6 cresime, 7 prime comunioni e 3 matrimoni.


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Vi racconto adesso qualcosa sulla missione a Namba Nane.

Si tratta di un centro abitato più piccolo, con meno attività commerciali, e allo stesso tempo la chiesa è più lontana dalle abitazioni. Ma non per questo che ci sono meno persone, anzi. Ecco perché l'atmosfera era molto più tranquilla.

I missionari hanno raccontato che c'era un gruppo di nonne, tre o quattro, che camminavano a fatica, aiutate da un bastone, che erano già in chiesa alle 5,30 del mattino per l'inizio del rosario dell'alba, e rimanevano tutto il giorno, fino all'atto missionario del pomeriggio. Poiché era così difficile per loro spostarsi, si sono fermate a mangiare con i missionari. Non riuscendo a partecipare alle processioni (del mattino e del pomeriggio), si fermavano invece in chiesa a recitare il rosario, mentre gli altri lo facevano in processione.

Diverse persone che non si confessavano da molti anni hanno partecipato a questa missione. Padre Francisco ha raccontato che durante l'adorazione, ogni giorno della missione, c'erano confessioni. Molte persone si sono confessate in quei giorni.

In questa missione è capitato a Madre Protettrice, insieme ad alcune postulanti, che sono arrivate in una casa in un posto molto sperduto, dove le persone non avevano mai sentito parlare di religione. Sono persone della tribù Sukuma, e allo stesso tempo praticamente prive di contatti con la società, a parte qualche contatto nelle immediate vicinanze, e con le loro famiglie sukuma, ecc.

Per parlare con loro, i missionari dovevano usare la lingua Sukuma, dato che quelle persone avevano scarsa padronanza dello Swahili. Là i missionari hanno cominciato a spiegare le prime verità della fede, e le persone ascoltavano con attenzione. Mentre erano lì, i missionari hanno visto molti bambini indossare collane e amuleti che le streghe sono solite mettere loro, e così hanno proposto che, se li avessero tolti, avrebbero dato loro delle medaglie della Vergine. La famiglia ha acconsentito, e i missionari hanno portato via tutta quella roba... ma la cosa divertente è stata che i missionari non avevano abbastanza medaglie per tutti i bambini e gli adulti. Dissero quindi loro di andare alla missione, che avrebbero dato loro quelle che mancavano lì. Il giorno dopo, all'atto missionari si sono presentati due giovani di quella famiglia, che sono rimasti seduti lì, senza capire nulla di ciò che si diceva in Swahili.

Nel bel mezzo della predica missionaria di padre Francisco, uno di loro si alza e comincia a parlare ad alta voce in Sukuma, dicendo che gli avevano detto di venire, perché gli avrebbero dato le medaglie della Vergine. Questo ha ovviamente attirato l'attenzione di molti, e gli è stato detto che, dopo che l'uomo bianco avesse finito di parlare, gli avrebbero dato le medaglie.

Questi giovani sono tornati alla missione anche altre volte, nei giorni successivi, e questo è stupefacente, perché era la prima volta nella loro vita che vedevano un missionario ed entravano in una chiesa. Tutto questo porterà frutto, certamente, come il seme del Vangelo, che crescerà nei loro cuori: era la prima volta che vedevano un'immagine di Cristo e della Vergine, ed erano venuti in un ambiente cristiano. Dio vuole continuare ad attirare i pagani alla luce di Cristo, attraverso i missionari.

In questa missione sono stati amministrati 13 battesimi, 5 cresime, 5 prime comunioni e 2 matrimoni.


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Il bene che fa la Missione Popolare a tutti, ai missionari e alle missionarie, è incredibile. È una grazia immensa aver imparato a svolgere queste missioni, secondo lo spirito della nostra amata Congregazione, che ci ha insegnato ad essere missionari.

Preghiamo per la perseveranza di queste anime che hanno ricevuto Cristo mediante i sacramenti, e per quelle che hanno ricevuto Cristo nella persona dei missionari, perché "chi riceve voi riceve me" (Mt 10,40).

Preghiamo affinché continuino ad avvicinarsi sempre di più a Nostro Signore, affinché possano riceverlo nei loro cuori per grazia.


Saldi sulla breccia!

P. Diego Cano, IVE





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